Ricercare è il primo passo verso la conoscenza
Il viaggio di ricerca iniziato ad ottobre è qui giunto al
termine: chi come me ne ha preso parte si è ritrovato arricchito di nomi, fatti
e curiosità. Frequentando una facoltà di ingegneria non ci si aspetterebbe un iter del genere durante un corso universitario
e proprio l’essere non convenzionale ha reso gradita questa ricerca.
A chi scrive è stato assegnato il colore kaki: un colore
piuttosto complesso, molto diffuso in alcune tematiche quanto rarissimo in
altre.
Verrebbe da porre la distinzione tra due grandi tipologie di
tematiche riguardo alle quali è stato chiesto di cercare differenti elementi:
una più scientifica e l’altra più artistica e letterale.
Partendo, inevitabilmente, dal primo step, semplice e
diretto, colui che ha dato il via alle danze, per poi passare alla ricerca nella musica, tema a me molto caro e di primario interesse,
tramite lo step 05. Molto interessante è stata la ricerca nelle arti visive: la
pittura e il fumetto, rispettivamente nello step 18 e 13 mi ha fatto capire
quanto sia difficile ricercare un singolo colore all’interno di un’opera che
presenta un’infinità di altri, mentre lo step 07, quello sul cinema, avrebbe
potuto non finire mai (i film sulla guerra sono pressoché infiniti!). Sempre nelle arti visive, nell’architettura, complicata
ma appagante è stata l’indagine portata avanti tramite lo step 22. Infine, nel
design (step 16) e nella moda (step 20), ho potuto raccontare qualcosa riguardo
ad oggetti a me particolarmente cari. Lo step 10, sugli emblemi e 15, sulla
pubblicità, mi hanno permesso di capire quanto siano complesse e studiate cose
apparentemente semplici come queste che, specie nel secolo corrente, invadono
la quotidianità: il mondo intero è un colore e noi ne siamo, consciamente o no,
attratti; divertente la ricerca sulla cucina (step 12) sebbene sia una
tematica tra quelle non a me più congegnali. Riflettendo, mi ritrovo
maggiormente arricchito riguardo a quanto appena detto: anche in ciò che, a
causa dei pregiudizi, può sembrare lontano dai nostri gusti è possibile trovare
il bello.
Nell’ambito di temi più scientifici e razionali (nonostante
l’arte possa dirsi razionale, secondo il mio parere) ricopre sicuramente un
ruolo chiave lo step 03: il colore, massima espressione della soggettività si
scopre essere perfettamente codificato tramite numeri, sigle e algoritmi, da
quello che si sta sempre più unendo (e contrapponendo) all’uomo, l’intelligenza
artificiale. Ricerche nel mondo della chimica e della scienza (step 14 e 06)
hanno dimostrato come non sempre questo sia un argomento privo di emozioni e
colore. Step di ricerca letterale, sulle lingue (step 02), nei brevetti (step17) e quello relativo al documento, nel mio caso un libro (step 11), hanno fatto
capire quanto il mio colore sia universalmente riconosciuto; analogamente, la
ricerca nei meandri del mito e della tradizione negli step 04 e 08. Da un punto
di vista storico è stato curioso scoprire perché un tale colore è giunto fino a
noi con un certo significato, tramite lo step 21. Da ricerche scientifiche ad
altre più “libere”, come l’anatomia del colore richiesta nello step 19, oppure
nello step 23, non particolarmente semplice. Oserei sintetizzare il tutto con
il, non a caso, ultimo passo, il numero 24 e con il 09, la nuvola del colore e l'abbecedario: ogni termine
che usiamo porta in memoria una storia fatta di infiniti altri termini.
Un doveroso ringraziamento al professor Marchis per l’impegno
e la disponibilità e ai compagni, con i quali è stato utile e divertente
confrontarsi in questi mesi.
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