William Turner - "Luce e colore (la teoria di Goethe) / Il mattino dopo il diluvio" |
Gli oggetti e gli ambienti che ci circondano sono in gran parte colorati. Ciò dipende dal fatto che la luce si diffonde attraverso onde di diversa lunghezza: ad ogni onda corrisponde un colore. Il nostro occhio percepisce solo una piccola parte delle onde luminose esistenti in natura; a questa corrisponde uno spettro di sette colori: il rosso, l'arancio, il giallo, il verde, l'azzurro, l'indaco e il violetto.
Storicamente, i primi importanti passi fatti dall'uomo in ambito scientifico furono mossi per primo da Isaac Newton, il quale compì uno studio sistematico sulla luce e sul colore dal punto di vista prettamente fisico, tramite il celebre esperimento del prisma che diffrange il raggio di luce incidente.
In epoca romantica (a cavallo tra '700 e '800), alla teoria di Newton si contrappose quella di Goethe, il quale affiancava ai colori una componente emotiva e non puramente scientifica come era fermamente creduto all'epoca. Tale teoria (la farbenlehere) fu fondamentale: un dato cromatico viene percepito in modo diverso a seconda dello sfondo su cui era posto.
Il cerchio cromatico di Goethe |
Il kaki è definito come un colore terziario, ovvero formato da un'unione di un primario con un secondario.
(Immagine da A New Practical Treatise on the Three Primitive Colours Assumed as a Perfect System of Rudimentary, Charles Hayter, Londra, 1826)
Come si muove la sabbia in una clessidra?
Del tutto analogo al colore in questione è il colore sabbia, e proprio riguardo a questa, poco tempo fa, è stata fatta una scoperta alquanto interessante: esisterebbe uno stato trifase all'interno di una clessidra nel quale, la sabbia, coesiste allo stato solido, liquido e gassoso. Sembrerebbe funzionare, sopratutto data la solidità del modello matematico a sostegno di questa curiosa teoria.
Per maggiori informazioni, link alla pagina di Focus, nota rivista di divulgazione scientifica.
Nessun commento:
Posta un commento